Papa Leone XII

Notizie: (Genga, 20 agosto 1760 - Roma, 10 febbraio 1829) Papa Leone XII, nato Annibale Francesco Clemente Melchiorre Girolamo Nicola Sermattei della Genga è stato il 252esimo vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica (1823-1829). Nato dal conte Flavio della Genga, appartenente alla famiglia dei feudatari (Conti della Genga) di questa cittadina marchigiana, (all'epoca in provincia di Macerata, poi dal 1860 ricompresa nella provincia di Ancona) e dalla contessa Maria Luisa Pariberti di Fabriano, Annibale era il sesto di dieci figli. Tra i suoi antenati c'era il famoso artista Girolamo Genga. Politica estera ed economica: Leone XII delegò la condotta della politica estera al Della Somaglia e successivamente al più accorto Tommaso Bernetti, i quali riuscirono a stipulare diversi accordi e trattati particolarmente favorevoli allo Stato della Chiesa e al papato stesso. Leone era una persona fondamentalmente frugale e questa sua indole si rifletté nella sua amministrazione, che riuscì a fare economie nella gestione della giustizia, a ridurre le imposte ed anche a reperire le risorse per l'esecuzione di alcuni importanti lavori pubblici. Si impegnò alla riforma dell'amministrazione vaticana, portando a termine la riforma tributaria. Stabilì che tutti i parroci dovessero percepire la stessa congrua. Nonostante l'importanza e l'originalità delle suddette iniziative, è indubbio che l'avvenimento più conosciuto ed arduo del suo pontificato fu il grande Giubileo del 1825. Il Giubileo riscosse un notevole successo e registrò una imprevista partecipazione. Nonostante tutto ciò alla fine del suo pontificato la situazione delle finanze risultò essere peggiore rispetto a quella iniziale e il Giubileo stesso non contribuì certo a migliorare le cose. Politica interna: Leone XII si distinse per la durezza con cui affrontò la società segreta della Carboneria. Durante il giubileo del 1825 furono ghigliottinati pubblicamente, in Piazza del Popolo a Roma, i due carbonari Angelo Targhini e Leonida Montanari, che stavano diffondendo l'ideale dell'unità d'Italia. Il cardinale legato Agostino Rivarola, investito di poteri straordinari, venne mandato a Ravenna per reprimere i carbonari; ne catturò 508, di cui sette furono condannati a morte, 54 condannati ai lavori forzati e 59 messi in carcere. I carbonari si vendicarono uccidendo il segretario del cardinale legato. Ne seguì un'impressionante ondata di arresti ed esecuzioni capitali. Tutti questi avvenimenti vennero divulgati all'estero dalla propaganda liberale, che definì il governo di Leone XII un ritorno all'oscurantismo medievale. La lunga scia di sangue provocata da Leone XII incluse Luigi Zanoli, decapitato perché accusato di "avere ucciso una guardia papalina"; Giuseppe Franconi, fatto uccidere tramite "mazzolatura" perché accusato di "avere ucciso un prete per rapina"; Angelo Ortolani fu fatto impiccare perché accusato di "avere ucciso una guardia papalina"; Gaetano Montanari fu fatto squartare vivo per aver ferito un "emissario papalino"; ecc. Proibì le società bibliche, di stampo protestante e finanziate spesso dalla massoneria e, fortemente influenzato dai gesuiti, riorganizzò tutto il sistema scolastico. Pubblicò il codice Reformatio Tribunalium. Riordinò le Università del suo Stato con la bolla Quod divina sapientia, dell'agosto 1824, suddividendole in due classi: alla prima assegnò quelle di Roma e Bologna, con trentotto cattedre; alla seconda quelle di Ferrara, Perugia, Camerino, Macerata e Fermo, con diciassette cattedre. Istituì, nello stesso tempo, la Congregazione degli Studi, allo scopo di controllare l'operato delle Università stesse. Volle rivedere anche il cosiddetto "indice dei libri proibiti" e tra questi fece togliere alcune opere di Galileo Galilei. Definì anche un progetto di riforma delle parrocchie romane, sopprimendone 17 e creandone 9. Il Papa si accinse al rinnovamento morale di Roma con durezza draconiana. Il cardinale vicario aveva l'incarico di punire con la prigione quanti non avessero debitamente adempiuto al precetto pasquale. Anche gli stranieri presenti in Roma avevano l'obbligo di adeguarsi a queste disposizioni. Venne poi proibito il valzer, considerato una "danza oscena". Il 31 marzo 1824 emanò un provvedimento contro gli spacci di vino al minuto, facendo istituire sulle porte delle osterie i famosi cancelletti: una misura disastrosa e profondamente impopolare che portò a un devastante aumento dell'ubriachezza pubblica. Ne parla in un sonetto intitolato "Li cancelletti" anche il poeta romanesco Giuseppe Gioacchino Belli, che in una nota scrisse: "Leone XII fece apporre alle porte delle bettole un cancello, onde per mezzo a quello si spacciasse il vino ed alcuno non si fermasse dentro a bere. Così tutti bevevano per le strade, con non minorazione di scandalo". Fu introdotta la prigione per coloro che venivano sorpresi a fare qualunque tipo di gioco alla domenica o nei giorni di festa e proibiti per le donne gli abiti eccessivamente attillati. Le richieste di bis e le ovazioni nei teatri furono vietate, perché Leone e i suoi consiglieri pensavano che fornissero il pretesto per lo sfoggio di un sentimento politico sedizioso. Per lo stesso motivo gli attori che improvvisavano battute su temi di attualità erano passibili di arresto. Inoltre fece rimuovere le statue raffiguranti donne nude e comandò che chiunque per strada si avvicinasse troppo a una donna venisse arrestato. Queste campagne suscitarono la collera del popolo: di norma i pontefici erano accolti da grida di acclamazione quando percorrevano le strade cittadine; ma ovunque andasse, Leone XII riceveva solo un ostinato silenzio. Sensibile a quelle dimostrazioni di ostilità, il Papa rinunciò a uscire. I provvedimenti contro gli ebrei: le severe misure restrittive nei confronti della comunità ebraica causarono l'emigrazione di molti ebrei. Liberati dalla rivoluzione, gli ebrei diventarono uno dei bersagli preferiti della restaurazione di Leone XII. Furono costretti a tornare nei ghetti, che a tal fine furono ampliati e provvisti di mura e porte che potevano essere sbarrate. Fu loro proibito di possedere beni immobili. A trecento ebrei di Roma fu imposto di frequentare speciali sermoni cristiani ogni settimana e fu loro vietato di mandarvi al loro posto dei cristiani. Furono proibite le transazioni finanziarie tra ebrei e cristiani. Il conseguente esodo di ebrei influenti dagli Stati pontifici peggiorò i già cronici problemi economici dello stato. Gli sforzi del nuovo Papa per rafforzare le restrizioni sugli ebrei si basavano sulla burocrazia fornita dall'Inquisizione e da varie istituzioni degli Stati pontifici, ma avevano anche una componente ideologica. In un articolo pubblicato nel 1825 sul “Giornale ecclesiastico” di Roma su ispirazione dello stesso Della Genga, si riproponevano molte delle accuse tradizionalmente mosse dalla Chiesa agli ebrei: erano colpevoli di deicidio, erano guidati esclusivamente dal desiderio di lucro e da quello di abbattere la cristianità. Secondo Leone XII così grande era il loro odio per il cristianesimo, che non si trattenevano davanti a nessuna malvagità: erano soliti «lavarsi le mani nel sangue dei cristiani, mettere a fuoco le chiese, calpestare le ostie consacrate, [...] rapire bambini e scannarli, violare le vergini a Dio sacre, e abusare delle battezzate» e così via. Verso la fine del 1825 il papa ordinò che tutti gli ebrei abitanti negli Stati pontifici venissero nuovamente rinchiusi nei ghetti e che fossero ripristinati i vecchi divieti che regolavano i loro rapporti con i cristiani: «niun ebreo dimorante nel ghetto di Roma potrà assentarsene anche per un sol giorno se non è munito di licenza in iscritto». Gli ottantaquattro tra negozi e magazzini che gli ebrei avevano aperto fuori delle mura del ghetto di Roma furono chiusi; agli ebrei fu vietata la coabitazione e finanche la familiare conversazione con i cristiani. Dopo la morte di Leone XII, gli ebrei abbatterono le porte del ghetto, dove su tremilacinquecento abitanti almeno milleseicento erano in condizioni di indigenza e trecento i poveri bisognosi.
![]() Stato: Vatican City Data: 04/02/2000 Emissione: I Papi e gli Anni Santi Dentelli: 13¾ Tiratura: 450.000 Stampa: Offset |
---|